Fiat CR.1 

Il primo aeroplano nazionale da caccia adottato in Italia dopo la prima guerra mondiale deriva da un prototipo CR. realizzato nel 1923. La produzione del CR.1 iniziò l'anno successivo e totalizzó poco più di un centinaio di esemplari. Rimase in linea per parecchi anni fin quando non fu superato dal più aggiornato ed efficiente CR.20 che ne modernizzava la formula, una delle più fortunate nella serie di velivoli miIitari italiani.

Il caccia di Rosatelli si caratterizzava per la parte alare inferiore di apertura maggiore di quella superiore (sesquiplano invertito); la velatura aveva struttura totalmente lignea ed era irrobustita da quattro coppie di montanti principali disposti diagonalmente tra le due superfici; la fusoliera era formata da un traliccio di tubi metallici ed era rivestita parte in lamiera e parte in compensato; la cabina era scoperta e munita di parabrezza; impennaggi classici controventati; carrello fisso con assale.

L'armamento si componeva di due mitragliatrici da 7.7 mm fisse in caccia sul muso e sparanti attraverso il disco dell'elica.

Il motore era un “Hispano Suiza” da 300 CV azionante elica bipala in legno; successivamente si modernizzarono molti esemplari con l'adozione di un motore “Isotta Fraschini Asso Caccia" da 440 CV raffreddato ad aria e con tale configurazione il CR.1 prestò servizio soprattutto nelle scuole della specialità caccia.
Nel 1924, i primi aeroplani CR e CR.1 furono inviati alla 36ª Squadriglia di Centocelle. Nel 1925 furono commissionati più di duecento esemplari. Vennero impiegati in varie missioni fino al 1937 per poi essere pian piano sostituiti dai RO.41.
Caratteristiche fondamentali: apertura alare 8,95 m; superficie alare 23 mq; lunghezza 6,16 m.; altezza 2,4 m; peso a vuoto 839 kg; peso totale 1154 kg; velocità massima 272 km/h; autonomia 650 km; quota di tangenza 7450 m.

fig 9 fiat cr1
fig 29 fiat cr1
fig 30 fiat cr1