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Armando François  23-12-1905  8-5-1955

Un caloroso saluto agli appartenenti di tutti i corsi Centauro ed ai loro famigliari. Mi chiamo Armando Francois, del primo corso Centauro, ultimo dei tre considerati “dei fondatori”. Sono nato il 23-12-1905 a Pontelagoscuro, una frazione a sette chilometri da Ferrara, città dove ho conseguito il diploma di scuola superiore presso l’Istituto Tecnico “Vincenzo Monti” ad indirizzo fisico-matematico nel luglio del 1925. Grazie a questo diploma ho potuto far domanda per il Concorso di Ammissione alla Regia Accademia Aeronautica di Livorno e, dopo averlo vinto, ho fieramente varcato il cancello dello storico Istituto il 4-11-1925.
Durante i primi due anni di Accademia abbiamo effettuato qualche volo di ambientamento con l’Ansaldo A.300/4, il Macchi M.18 e il dirigibile P.M.; il 5-10-1927, dopo un corso di due mesi sull’aeroporto di Centocelle, ho conseguito il Brevetto da Osservatore Aereo. E' stato un periodo entusiasmante e pieno di aneddoti divertenti, alcuni dei quali si possono leggere sul librone del Makπ100.
Il 28-6-1928 ho ricevuto l’agognato grado di Sottotenente ed un paio di mesi dopo ho iniziato finalmente il corso per il conseguimento del Brevetto di Pilota d’Aeroplano presso la Scuola Volo di Capua su velivolo Breda A.9
Durante il corso sono stato promosso Tenente e il 29-6-1929 ho ottenuto il Brevetto. A questo punto è avvenuta una grossa separazione tra noi colleghi di corso, dopo tre anni e mezzo di vita in comune, poiché siamo stati assegnati a diverse scuole di volo in funzione della specialità assegnata.
Io ho fatto parte del gruppo di 14 colleghi assegnati alla Caccia Terrestre e sono stato trasferito presso la 2^ Squadriglia Allenamento Caccia con sede a Ghedi, dove ho conseguito il tanto agognato Brevetto di Pilota Militare su velivolo Fiat CR.1 il 27-8-1929.
Al termine di questa impegnativa ma tanto desiderata attività di volo, ho ricevuto l’assegnazione al mio primo Reparto operativo (10-10-1929), il 1° Stormo Caccia con sede a Campoformido. Durante la permanenza in questo Reparto ho conseguito l’abilitazione su diversi velivoli; tra questi i Fiat CR.20, CR.30, CR.32 e CR.42. Inoltre divenni Capitano il 19-4-1934.
Sempre nel 1934 e precisamente dal 26 agosto al 16 settembre, ho partecipato al Challenge International de Tourisme a Varsavia, quarta ed ultima competizione aeronautica internazionale riservata ai velivoli da turismo. 
Per la partecipazione a questo importante evento, venne appositamente realizzato dai Cantieri Aeronautici Bergamaschi del gruppo Caproni, in soli due esemplari, il velivolo Caproni PS.1 (o Pallavicino PS.1).
Durante una gara di volo rallentato a bassissima quota, il mio velivolo è stato investito da fortissime raffiche di vento, inclinandosi fino a toccare il suolo con la punta dell’ala sinistra. Manovrando in maniera decisa sono riuscito a riportare l’aereo in normale assetto di volo, evitando il pubblico presente. Per questo episodio mi dedicarono la copertina della Tribuna Illustrata del 16 settembre e ricevetti un encomio.
Vengo poi trasferito al 53° Stormo C.T. il 15-5-1936, data della sua costituzione sull’aeroporto di Ghedi; dopo un mese circa verrà spostato a Mirafiori. In particolare, sono stato assegnato in qualità di Comandante alla 366^ Squadriglia del 151° Gruppo fino al 26 dicembre dello stesso anno.
Dopo qualche mese ho deciso di partecipare come volontario alla Guerra di Spagna, ove rimasi dal 27-12-1936 al 10-9-1938. Dopo pochi giorni di permanenza mi è stato assegnato il comando della 5^ Squadriglia del 1° Gruppo “La Cucaracha” (il 22-4-1937 diventerà la 25^ Sq. ed il Gruppo divenne il 16°).
Il 29-12-1937 sono diventato Maggiore e il 17-1-1938 mi è stato affidato il comando del 16° Gruppo, che mantenni fino al 10-8-1938. Furono mesi molto intensi ed impegnativi; oltre all’attività di volo dovetti occuparmi anche degli uomini alle mie dipendenze ma assolsi il mio compito con professionalità e passione. Inoltre fui protagonista di sei abbattimenti individuali ai comandi del Fiat CR.32, guadagnandomi la qualifica di “Asso”.
Al mio rientro sono stato assegnato al 4° Stormo C.T. (dal 7-10-1938) con sede a Gorizia, dove rimasi per circa un anno. Il 12-10-1939 ho preso i gradi da Ten. Colonnello e l’1-11-1939 sono stato riassegnato al 1° Stormo C.T. di base a Campoformido per prendere il Comando del 6° Gruppo.
Con l’approssimarsi del secondo conflitto mondiale, ed esattamente il 3-6-1940, io e il mio gruppo siamo stati dislocati a Catania come sede di guerra. La rotta che abbiamo seguito quel giorno fu: Campoformido-Rimini-Foggia-Grottaglie-Catania. Al nostro arrivo a Catania, il 6° Gruppo, insieme alle tre squadriglie 79^, 81^ ed 88^, diventò Autonomo con una dotazione di 30 Macchi C.200.
In qualità di Comandante del 6° Gruppo Caccia, ho partecipato ad una delle prime azioni belliche della Regia Aeronautica nel secondo conflitto mondiale. Io e i miei colleghi di gruppo siamo decollati con diciotto caccia Macchi MC.200 Saetta, la mattina dell’11 giugno, per scortare trentacinque bombardieri SIAI-Marchetti SM.79 Sparviero e Fiat BR.20 Cicogna sui cieli di Malta.
Dopo aver volato diverse missioni sul fronte del Mediterraneo, il 16-8-1940, sono stato trasferito al 1° Reparto Volo del Centro Sperimentale. Nel periodo che ho trascorso in quel Reparto ho ottenuto l’abilitazione su diversi velivoli. Tra questi il prototipo del Caproni Ca.603, il Caproni-Vizzola F.5bis (unico esemplare), il Fairey Swordfish, lo Junkers Ju.87 Stuka, l’Hawker Hurricane e il Reggiane Re.2002.
Il 1-1-1942 sono stato riassegnato al glorioso 4° Stormo C.T., questa volta con le funzioni di Comandante.
A Campoformido lo Stormo era in fase di riorganizzazione dopo un periodo molto impegnativo di impiego in Africa. A marzo ho fatto disegnare sui musi di tutti i “Folgore” la scritta “4° F. Baracca” imitando la firma dell’Asso di Lugo per ricordare l’orgogliosa eredità con le più gloriose tradizioni della caccia italiana. Questa scritta rimarrà su tutti i caccia dello Stormo fino all’armistizio dell’8 settembre 1943.
Completato il passaggio sui Macchi MC.202 e il 15-4-1942 siamo stati trasferiti a Gela per una nuova offensiva su Malta. E' stato un mese veramente impegnativo: i duelli aerei contro Hurricane e Spitfire erano violentissimi e molti colleghi e amici sono caduti in combattimento. Il 15-5-1942, il 4° Stormo è stato trasferito per la terza volta in Africa settentrionale; io sono giunto a Bengasi cinque giorni dopo, per spostarmi sul campo di Martuba. I combattimenti erano asprissimi ed il fronte gravitava attorno ad El Alamein; per questo motivo ci siamo spostati nella base più avanzata di Fuka.
Quei durissimi mesi di guerra hanno visto tantissimi episodi di valore e coraggio, che potete leggere nei Diari di Guerra; vorrei però raccontarvene un paio particolarmente significativi. Il primo riguarda il mio settimo abbattimento di un velivolo avversario. Dopo che ci sono stati ceduti alcuni CR.42, abbiamo organizzato un servizio di Caccia Notturna. Il 25-8-1942 sono partito su allarme e, poco prima della mezzanotte, ho avvistato un bomber nemico sulla linea del fronte e l'ho attaccato, abbattendolo. Si trattava di un Vickers Wellington Mk-IC del 70° RAF Squadron. Tutto l’equipaggio ha fatto in tempo a lanciarsi in territorio controllato dalle truppe italo-tedesche ed è stato catturato e imprigionato.
Il secondo episodio è stato molto particolare. Nella tarda estate del 1942, dopo aver constatato che le maschere d'ossigeno in dotazione al reparto erano di pessima qualità, ho deciso di prendere un S.79 assieme al mio aiutante Maggiore Bonati, volando a Napoli per cercare maschere più efficienti. Facendo scalo a Gela durante il volo di rientro, con il 79 pieno di maschere e relative bombole d'ossigeno, ebbi un problema in atterraggio e il velivolo si danneggiò. Le maschere si sono sparse sull'aeroporto e vennero recuperate dagli avieri. L'indomani mattina ho trovato un altro aeroplano e, mentre mi apprestavo a tornare in Libia, il Generale Tessore, comandante del presidio aeronautico di Gela, si è rifiutato di consegnare le maschere dicendomi: “Laggiù non vi serviranno”. A quel punto mi sono recato al magazzino e, pistola spianata, ho fatto trasportare le maschere sull'aeroplano e siamo partiti. Dopo qualche giorno ho saputo che il Generale Tessore mi aveva proposto per dieci giorni di arresti di rigore, che il Generale Fougier, Capo di Stato Maggiore della Regia Aeronautica, però annullò.
Il tributo di sangue e di mezzi è stato enorme. Entro ottobre sono rimasto senza comandanti di gruppo e squadriglia ma, sotto la mia guida, non ci siamo concessi soste, continuando a combattere.
I primi di novembre, con lo Stormo decimato, siamo arretrati tornando a Martuba e lì abbiamo ricevuto dei nuovi MC.202 per cercare di imbastire una linea di resistenza. Purtroppo, vista la superiorità numerica dei nostri avversari, abbiamo continuato a ripiegare fino a Misurata (6-12-1942). A metà dicembre eravamo a Castel Benito (Tripoli) dove è giunto l’ordine di rientro in Italia, ritrovandoci tutti il 20-1-1943 a Campoformido dove è iniziata l’assegnazione dei Macchi MC.205.
Di questo periodo passato in Africa come Comandante mi è stata riconosciuta una eccellente capacità organizzativa, oltre ad essere un grande pilota e un capo avvincente, e di aver applicato criteri tali da sconvolgere tutte le routines e ogni conformismo. Ad esempio, quando sono restato a corto di comandanti in sottordine ed ho affidato le squadriglie a giovanissimi tenenti e sottotenenti; o anche quando ho tentato di rendere lo Stormo autonomo a livello di rifornimenti e riparazioni su un fronte così avanzato e logorante, per non dipendere da basi logistiche lontane. Sembra che le mie innovazioni e i miei concetti siano stati poi applicati su vasta scala dagli americani: autonomia degli stormi da caccia con immensi mezzi tecnici per trasporti e riparazioni, e officine proprie anche per le più delicate apparecchiature.
A febbraio abbiamo avuto un periodo di riposo e l’11 di quel mese mi arrivarono i gradi da Colonnello. Da marzo a giugno i gruppi e le squadriglie dello Stormo hanno subito vari spostamenti per contrastare le incursioni degli aerei anglo-americani sugli obiettivi, militari e non, della penisola. Per esempio, il 22 aprile ci siamo trasferiti a Ciampino Sud per provvedere alla difesa aerea di Roma.
In seguito allo sbarco alleato in Sicilia, nell’ultima decade di giugno ci siamo riposizionati nella piana di Catania.
Le squadriglie decollavano più volte al giorno e affrontavano le massicce formazioni alleate; era un combattere nella proporzione di uno contro cento, senza possibilità di riposo fra un allarme e l’altro, continuamente mitragliati a terra. Eppure non abbiamo ceduto, anche se, attorno, tutto ormai crollava e lo sbarco alleato sulle coste dell’isola aveva davvero segnato l’inizio della fine. Il 19-7-1943 ci siamo ritirati sulle piste della Calabria e gradualmente abbiamo ripiegato verso la Puglia.
Il giorno dell’armistizio mi trovavo con lo Stormo ed il IX° Gruppo a Gioia del Colle. Appena ho appreso la notizia, ho dato ordine al X° Gruppo, al completo di uomini e di materiale, di trasferirsi sulla base di Gioia e nello stesso tempo ho inviato un messaggio alla base logistica del nostro Stormo sull’aeroporto di Pescara, affinchè anche su quell’aeroporto gli uomini non si disperdessero e si provvedesse a occultare il materiale in attesa dell’arrivo degli alleati.
In quei giorni di estrema confusione, dovuta in gran parte alla grave carenza di ordini che causò lo sfaldamento della maggior parte dei reparti, il 4° Stormo ha dato un’ennesima prova di saldezza morale, rimanendo militarmente unito sotto la mia guida.
Dopo vari rischieramenti, il 12-10-1943 siamo tornati sulla base di Galatina (Lecce), ma questa volta in una limitata cobelligeranza con gli alleati. Il mio contributo al riordinamento della Regia Aeronautica del governo Badoglio, poi cobelligerante con gli alleati durante la guerra di Liberazione, è stato fondamentale ed il 15-10-1943 mi venne assegnato il prestigioso e delicato incarico di Comandante del Raggruppamento Caccia che comprendeva il 4°, 5° e 51° Stormo. Lo ricordo come un periodo molto difficile ed impegnativo, e nei primi mesi del 1944, insieme ai colleghi Piacentini e Fanali, dopo continue insistenze ed appassionate pressioni presso il Comando anglo-americano, siamo riusciti ad ottenere i primi e consistenti aiuti di materiale aeronautico, attrezzature logistiche e le necessarie autorizzazioni alle riprese dei voli dei nostri reparti.
Sono stato anche l’artefice del trasferimento e del potenziamento del reparto O.R.M. (Officina Riparazione Motori) da Gioia del Colle a Brindisi. Tale reparto-officina è stato il determinante complesso che ha permesso, con il suo lavoro ed in condizioni impossibili, di recuperare in efficienza di volo i nostri Macchi C.202/205, Reggiane e molti altri ancora. Ho mantenuto il comando del Raggruppamento Caccia fino al 7-5-1944, ricoprendo successivamente diversi incarichi presso i Comandi della Forza Armata. Il 13-5-1944 sono stato trasferito al Comando Unità Aerea di Bari con le funzioni di Capo di Stato Maggiore fino al 1-9-1944, dove sono passato allo Stato Maggiore R.A. Il 28-1-1945, riassegnato al Comando Unità Aerea, ne ho ripreso l’incarico di Capo di Stato Maggiore il 10-2-1945.
Il 2-2-1947 sono stato assegnato al Comando della 4^ Z.A.T. di Bari, dove ho assunto il ruolo di Comandante il 13-5-1947.
Il 10-5-1948 ho prestato Giuramento di fedeltà alla nuova Repubblica.
Ho continuato così, fino al mio congedo che avvenne il 30-9-1948, l’appassionata opera di sostegno nella ricostruzione della Forza Armata. In me era rimasta la voglia di affrontare nuove sfide e così sono entrato a far parte di un audace gruppo di piloti e meccanici, questa volta di automobili. Questo gruppo era la Scuderia San Giorgio di Ferrara. La Scuderia, certamente la più antica nel panorama italiano dello sport amatoriale, ha preso vita il 17 ottobre 1947 grazie alla grande passione e alla tenacia di quattordici autentici sportivi ferraresi, spinti dalla volontà decisa di affermare i colori della nostra città nel quadro dello sport automobilistico. 
L’8 maggio del 1955, durante la competizione automobilistica “Città di Gorizia”, ho avuto un incidente che mi è stato fatale. Sono volato così nel cielo sempre blu degli aviatori. Da quel giorno mi è stato dedicato il “Trofeo Francois”, gara del Campionato Italiano CSAI Regolarità Autostoriche.

 

Insignito/decorato delle seguenti medaglie/ricompense:

 

Croce di Cavaliere dell’Ordine della Corona d’Italia - 20-4-1933
Medaglia di Bronzo al Valore Aeronautico – Cielo di Campoformido, 9-10-1933 – 19-3-1934
Encomio del Sottosegretario di Stato per la Regia Aeronautica – Manifestazione Aerea Internazionale 19-27 maggio 1934 - 9-6-1934
Encomio del Sottosegretario di Stato per la Regia Aeronautica – Competizione Aerea Internazionale settembre 1934 - 24-9-1934
Medaglia d’Argento al Valor Militare – Cielo di Spagna, febbraio/marzo 1937 – 1-7-1937
Medaglia Militare Aeronautica di Lunga Navigazione Aerea di 3° grado Bronzo – 1938
Croce al Merito di Guerra per la Campagna di Spagna – 14-6-1938
Medaglia Commemorativa della Campagna di Spagna – 14-6-1938
Medaglia di Benemerenza per i Volontari di Guerra - 14-6-1938
Medaglia Militare Collettiva Spagnola (Medalla Militar Collettiva Spanola) 12-5-1939
Medaglia della Campagna Spagnola (Medalla de la Campana Spanola) 15-5-1939
Distintivo per la Promozione a Ten. Colonnello per Merito di Guerra – 12-10-1939
Croce al Merito dell’Ordine dell’Aquila Tedesca – 28-7-1939
Medaglia di Bronzo al Valor Militare – Cielo del Mediterraneo Centrale, giugno/settembre 1940 – 30-1-1941
Medaglia Militare Aeronautica di Lunga Navigazione Aerea di 2° grado Argento – 1942
Croce di Cavaliere Ufficiale dell’Ordine della Corona d’Italia - 27-6-1942
Croce di Ferro Germanica di 2^ classe – 24-10-1942
Croce di Ferro Germanica di 1^ classe – 18-3-1943
Commendatore nell’Ordine della Corona d’Italia – 1946
Croce al Merito di Guerra – 17-6-1946
Croce al Merito di Guerra – 18-6-1946
Medaglia Militare Aeronautica di Lunga Navigazione Aerea di 1° grado Oro – 1947
Diploma d’Onore per la Guerra di Liberazione - 1947
Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia – 24-11-1947
Distintivo della Guerra di Liberazione – 21-4-1948